Differenze tra addestramento e socializzazione

La socializzazione, elemento fondamentale per il benessere e l’equilibrio del cane

Se questo processo non fosse così importante, gli studiosi storici del cane non avrebbero dato questo nome ad uno dei periodi dello sviluppo del comportamento del cane. Il periodo di socializzazione, appunto, va dalle 3 settimane di vita ai 3-4 mesi, ed è veramente fondamentale per creare l’attaccamento sociale, sia verso i conspecifici , sia verso l’uomo e gli altri animali. Studi interessanti e celebri sono stati condotti fin dagli anni ’50 sul comportamento del cane in termini di interazione sociale: quello che possiamo dire oggi con certezza è che il cane può – se cresciuto isolato – identificarsi  nella sua specie fino alle 16esima settimana, dopodiché perderà la disponibilità a giocare con cani estranei, accentuando gli atteggiamenti di difesa del gruppo, con conseguenti comportamenti di fuga o di aggressività nei confronti degli altri cani. (per approfondimenti, vi consiglio gli studi di “Scott e Fuller”, “Fisher” e “Wolfle”).

Attenzione: socializzare non significa esporre il cane a qualsiasi stimolo in qualunque luogo

Mi preme soffermarmi su questo punto, perché far socializzare il cane non significa necessariamente doverlo portare sulla spiaggia il 15 di agosto o al centro commerciale durante i saldi di sabato pomeriggio. Non tutti i cani reagiscono agli stimoli alla stessa maniera, non basta averli presi da cuccioli ed averli esposti graduatamente al mondo esterno, talvolta l’indole del cane predomina sull’apprendimento. In tal caso – se davvero gli vogliamo bene – dobbiamo anche saper accettare il fatto che, qualche volta, sta meglio a casa piuttosto che insieme a noi. Come ogni amicizia che si rispetti, è necessario trovare dei compromessi!

E in tutto questo, come si colloca l’addestramento?

Non facciamo confusione: addestrare significa “rendere destro”, cioè rendere abile qualcuno a fare qualcosa. E’ un processo basato sull’apprendimento, nel gergo comune si utilizza questo termine per insegnare qualcosa al cane, per il quale ci può già essere una predisposizione più o meno innata o indotta dalla selezione dell’uomo. E’ sbagliato pensare che un cane addestrato è sicuramente un cane felice. E ‘ una frase che sento dire spesso, talvolta anche da esperti del settore, quasi a voler sottolineare che se io istruisco un cane, per forza sto soddisfacendo le sue esigenze e i suoi bisogni primari. Purtroppo non è necessariamente così, un cane ha anche bisogno di correre, giocare, esplorare l’ambiente, rotolarsi nel fango, bagnarsi nelle pozzanghere…insomma, di fare la vita da cane!

Partire con l’educazione di base è un ottimo inizio

Iniziamo piuttosto un percorso con l’educazione di base, quella che ci servirà per  vivere meglio nella società civile, lasciando l’addestramento vero e proprio per un’eventuale seconda fase. Prima, infatti, è necessario comprendere a quali tipi di attività il cane è più interessato e più predisposto. E’ invece fondamentale che impari i comandi di base (seduto – fermo – resta), il richiamo, la camminata al guinzaglio, non saltare addosso alle persone e non allontanarsi troppo quando è libero. Sembrano banalità dette così, ma vi garantisco che un cane che risponde bene in queste situazioni, ha già fatto il 90% del lavoro! Questo perché il suo proprietario può serenamente portarlo in giro con sé, senza rischiare che si faccia male o che diventi un pericolo, per se stesso e per gli altri. E’ così che un cane è davvero felice, nel suo ambiente naturale, insieme al suo amato padrone!

Dott.ssa Lisa Pugliese

Educatrice e Istruttrice Cinofila

 


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