A chi non è mai successo di aver scoperto il proprio cane nel momento preciso in cui stava combinando qualcosa di sgradevole? Il copione è più o meno sempre lo stesso: il proprietario si arrabbia, alza la voce, inizia ad utilizzare vistosamente il linguaggio del corpo agitando mani e braccia, e il suo sguardo improvvisamente cambia. La maggior parte dei cani, soprattutto dopo la prima volta, reagisce immobilizzandosi, abbassando le orecchie con il musino a terra, i più timidi addirittura si posizionano “a pancia all’aria”. Lo sguardo del cane si fa triste e mesto, e nella mente del padrone si fa subito spazio un pensiero: “Ecco, ha capito di aver sbagliato, è il senso di colpa”.
Antropomorfizzazione: è con questa lunghissima e complicata parola che gli scienziati giusitificano l’abitudine che l’uomo ha di dare un significato “umano” a qualsiasi cosa lo circondi, compresi animali e piante. Ed è con questo meccanismo che il cane diventa essere senziente capace di provare un sentimento tipicamente umano, considerando anche che il senso di colpa – nello specifico – si basa su un qualcosa che peraltro è molto soggettivo (basti pensare che non per tutti un’ingiustizia viene per forza percepita come tale, dipende molto dalla propria cultura, educazione, società, etc.). Ma allora è veramente così?
No, ad oggi non è scientificamente dimostrato che i cani possano provare dei sensi di colpa.
In realtà, il teatrino su cui scherzavo prima, è spiegabile nel seguente modo: il cane è il nostro migliore amico da ormai migliaia di anni, per questo ha imparato a conoscerci in maniera egregia. Conosce ogni nostro movimento, sguardo, espressione del viso, per questo capisce perfettamente i nostri cambiamenti di umore, perché ci osserva continuamente.
La prima volta in cui è accaduto che ci siamo arrabbiati con lui perché ha assunto un comportamento indesiderato (per esempio, ha fatto la pipì in casa, piuttosto che rubato la nostra scarpa preferita o mangiato i fiori in giardino), lui ha percepito palesemente il nostro cambiamento nel comportamento. La nostra voce improvvisamente si è alzata, il nostro sguardo si è fatto serio, il nostro corpo improvvisamente è diventato un muro; lui si è semplicemente spaventato! Tutti quei comportamenti che abbiamo elencato all’inzio, altro non sono che segnali di pacificazione, ovvero un tentativo del cane di evitare il conflitto con noi.
Vi segnalo un divertentissimo studio (Disambiguating the “guilty look”: salient prompts to a familiar dog behaviour), condotto nel 2009 da Alexandra Horowitz, Psicologa specializzata in scienze cognitive. 14 cani sono stati filmati durante una serie di prove, studiando le loro reazioni quando il padrone lasciava la stanza dopo avergli detto di non mangiare un bocconcino. Poi tornava, a volte sapeva che cosa aveva fatto il cane, a volte no. Il bocconcino talvolta era stato mangiato, talvolta no. Il risultato mostrò che i cani assumevano uno sguardo colpevole secondo il tono usato dal padrone, a prescindere che avessero ubbidito o meno. Questo dimostra che si tratta più di un atteggiamento di riposta al proprietario, che di una vera presa e propria presa di coscienza dell’errore.
Dott.ssa Lisa Pugliese
Educatrice e Istruttrice Cinofila
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