Le crocchette grain free e le patologie cardiache
Recentemente la FDA (Food and Drug Administration) ha dichiarato una possibile correlazione fra la cardiomiopatia dilatativa del cane e l’utilizzo di mangimi grain free.
La cardiomiopatia dilatativa è una patologia del muscolo cardiaco (caratterizzata da riduzione della contrattilità e patologico ingrandimento delle camere ventricolari) ed è fra le principali cause di insufficienza cardiaca nel cane. Colpisce maggiormente cani di grande taglia e riconosce una predisposizione genetica in razze quali: Dobermann, Boxer e Alano. La cardiomiopatia dilatativa è una patologia non reversibile, ma gestibile con il ricorso a farmaci da somministrare quotidianamente.
La correlazione fra cardiomiopatia e diete grain free nasce negli Stati Uniti, dove un team di cardiologi veterinari notarono un insolito aumento di casi di cardiomiopatia dilatativa, in cani al di fuori delle razze geneticamente predisposte. Effettuando maggiori indagini, la maggior parte dei cani in questione avevano in comune il fatto di seguire da anni un regime alimentare grain free. Fra le analisi effettuate, i soggetti alimentati con diete grain free presentavano valori molto bassi di taurina (un amminoacido fondamentale per il corretto funzionamento della pompa cardiaca). I cardiologi veterinari hanno anche notato un netto miglioramento della contrattilità cardiaca attraverso un drastico cambio alimentare con integrazione di taurina, cosa non riscontrabile nei soggetti geneticamente predisposti.
Quale sarebbe il problema nelle diete grain free?
Abbiamo già parlato a livello generale su quale alimento scegliere per il prioprio cane. Tuttavia, nel caso delle diete grain free, più che parlare di “carenze alimentari”, gli studiosi dirigono le proprie indagini verso un problema di “fattori antinutrizionali”: alcuni nutrienti presenti nel mangime grain free, potrebbero diminuire l’assorbimento di taurina e altri principi nutritivi e quindi favorire l’insorgere della cardiomiopatia. Effettivamente l’alta percentuale di legumi quali piselli, ceci, lenticchie (poste in rappresentanza dei carboidrati in sostituzione dei cereali), potrebbero ridurre l’assorbimento a livello intestinale di alcuni nutrienti, quali la taurina. Come dire: il mangime è perfetto ma l’intestino del cane non è in grado di sfruttarlo al massimo, qualcosa si perde per la via.
Intolleranza ai cereali, vero o falso?
Solo un medico veterinario ha le conoscenza e gli strumenti atti a riconoscere una falsa o una effettiva intolleranza del soggetto nei confronti di un alimento, ricordando che non tutte le diarree croniche sono sinonimo di intolleranza. Per cui in queste situazioni è sempre importante rivolgersi ad un medico veterinario responsabile di nutrizione che saprà valutare al meglio la situazione e di conseguenza optare per la soluzione migliore per il vostro cane.
Dott.ssa Alessia Troli
Medico Veterinario Barkyn
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